Un incontro a Roma

29. “Abbiamo vino rosso e vino bianco,” dice il cameriere. Scandisce ogni parola. “Quali regioni?” chiede Marco. Il cameriere pensa. E pensa. “Chianti per il rosso. Prosecco per il bianco.” Ancora una pausa. “Anche Barolo.” Sembra incerto.

30. “Mi piace il vino rosso. Il Chianti va bene,” dice Giulia. “Anch’io. Due bicchieri di Chianti, per favore,” dice Marco al cameriere. Il cameriere annuisce e va via. Si allontana molto, molto lentamente. Lo guardano andare. “Sta camminando all’indietro? sussurra Giulia. Cercano di non ridere.

31. “Conosci bene il vino? chiede Giulia. “Un po’. La mia famiglia è del Piemonte. Marco spiega. “Da giovane visitavamo le vigne. Ho imparato ad annusare il vino. Poi ho starnutito in un bicchiere e ora Non annuso più il vino.”

32. “Io sono di Roma. Preferiamo il Frascati,” dice Giulia. “È più leggero. Buono per pranzo. Ma mi piacciono tutti i vini: rosso, bianco, rosé. Non sono difficile!” Sorridono entrambi. Agli italiani piace parlare di vino.

33. Il cameriere ritorna con il vino. Ci mette cinque minuti per versare due bicchieri. Aspettano pazientemente. “Alle nuove conoscenze,” dice Marco. Toccano i bicchieri delicatamente.

34. “Alle nuove persone,” ripete Giulia e sorride. Il vino è buono. Non ottimo, ma buono. “Cosa fai nel weekend?” chiede Marco. “Dipingo il sabato mattina. Visito i mercati per l’ispirazione.”

35. Giulia ama la sua routine. “La domenica, correggo i lavori degli studenti. Scrivono sull’arte. Alcuni saggi sono molto… creativi.” Fa una smorfia.

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